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MARTINA VILLANTI Tesi perfezionamento Uni PA - IAA nell'assistenza a persone anziane affette da demenza

Introduzione

II mio interesse nei confronti di quella Che Viene comunemente definita 'pet therapy' nasce da quella pulsione motivazionale insita nell'uomo definita dall'entomologo Edward Wilson "biofilia" (dal greco "amore per la vita"), ovvero la «tendenza innata a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e , in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente» (Wilson 2002, p. 134), e dal rifiuto dell'idea antropocentrica secondo la quale l'uomo può relazionarsi e dialogare solo con referenti della sua stessa specie.

L'idea della rilevante importanza del ruolo dell'animale nella sfera relazionale, sociale e culturale dell'uomo, ha sviluppato in me l'intenzione di approfondire i principi della zooantropologia, ovvero di quella «disciplina che studia la relazione intersoggettiva tra l'essere umano e le altre specie nelle diverse dimensioni di incontro e nel valore referenziale che ne può scaturire» (Marchesini 2015).

Uno dei fondamenti di questa disciplina è la convinzione che la relazione con l'eterospecifico (dal greco hetems, differente, e dal latino specificus, 'specie') possa provocare un cambiamento nell'essere umano. I contributi di arricchimento (referenze) apportati dalla relazione con l'animale non derivano da qualità generiche attribuibili all'animale, ma dal complesso coinvolgimento di entrambi gli interlocutori, in cui sono implicati l'identità dei dialoganti, il tipo di legame che si instaura, le motivazioni, le aspettative, i ruoli assunti e le attività di relazione svolte.

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